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Francesco-Angioni

SULLE PRESUNTE CONFLUENZE DELLO GNOSTICISMO
NEL PENSIERO E NELLE ORIGINI IDEALI DELLA LIBERA MURATORIA
del Fr. Francesco Angioni M.M.
fondatore di La Cittadella delle Libere Mura
Liberi Quaderni di Studi Muratori


Di Francesco Angioni leggi anche su PS Rivista di Massoneria:

¨ La concezione della Libera Muratoria nei Dialoghi di Lessing
¨ Accenni storico-critici del Lessing Massone.
¨ La Verità in Lessing secondo un'ermeneutica liberomuratoria
¨ Commento al Primo Dialogo di Lessing
¨ Commento al Secondo Dialogo di Lessing
¨ Commento al Terzo Dialogo di Lessing
¨ Commento al Quarto Dialogo di Lessing
¨ Commento al Quinto Dialogo di Lessing
¨ Dialogo Intorno ad una Società Visibile-Invisibile
di Johann Gottfried Herder (1774-1803)

¨ Herder e il Concetto di Humanität
¨ Verità e Libera Muratoria pensando a Lessing e ad altri Massoni
¨ Introduzione a J.W.Goethe Massone e Poeta
¨ I Segreti di Goethe
¨ Gnosticismo e Origini e Pensiero della Massoneria

Ci sono alcune correnti periferiche, molto marginali, del pensiero massonico che si rifanno, tra l’altro, al pensiero gnostico. Probabilmente questo interesse nasce dalla credenza che gli gnostici fossero sette segrete ed iniziatiche piene di misteri ed esoterismi. In effetti le teorie gnostiche, ad occhi superficiali, sembrano sincretiste e, come tali, di insolita complessità, fino alla assoluta impenetrabilità ed è estremamente difficile affrontarle senza esserne travolti. Senza volere inibire le fascinazioni di qualcuno, ci sembra comunque opportuno comparare certi principi che sono alla base del pensiero gnostico con quelli che sono alla base del pensiero della Libera Muratoria per dimostrare quanto sia azzardato e fuorviante collegare teorie e correnti di pensiero, solo perché ricche  di aspetti misterici ed esoterici, con la Libera Muratoria, nell’ingenua convinzione che la Libera Muratoria sia un’istituzione misterica ancor prima che esoterica. In conclusione questo scritto vuole solo ridimensionare certe ingenue aspettative e confrontare alcuni aspetti di fondo dei due pensieri, senza nulla togliere alla necessità di un approfondimento necessario dello gnosticismo, di cui per altri aspetti, qui non trattati, si possono ravvisare dei collegamenti o meglio tracce nel pensiero libero muratorio. Collegamenti che vengono più da una matrice di pensiero rinascimentale italiano, che dalla tradizione del pensiero seicentesco e settecentesco scozzese ed inglese.

 

Ci rifacciamo per questi appunti al pensiero di un grande studioso dello gnosticismo, Hans Jonas, che può essere considerato colui che finalmente ha messo un punto fermo alle ricerche sullo gnosticismo, in termini irreprensibili dal punto di vista scientifico e filosofico. Tutte le precedenti ricerche, siamo negli anni ’30 quando Jonas scrive dello gnosticismo, avevano ricostruito singoli aspetti di questo filone di pensiero, riconducendoli a diverse tradizioni e quindi considerarlo come un fenomeno religioso sincretico, senza chiedersi che cosa collegasse tutti i diversi apporti, quale fosse il principio strutturale comune. Jonas scopre nel pensiero gnostico una inedita visione del mondo fondata su un nuovo modo di rapportarsi dell’essere umano, rispetto ai precedenti pensieri religiosi. Lo gnosticismo rappresenta non solo una visione del mondo originale, ma anche un diverso rapporto tra l’uomo e la divinità e tra questi ad il mondo.

Nel pensiero arcaico l’uomo si autocomprende come parte del cosmo, nel quale vive come “cosa” che ne fa parte. Questa concezione ottimistica del rapporto tra uomo e mondo entra in crisi nella tarda antichità e nel periodo protocristiano, differenziandosi dalla bellezza, armonia e regolarità del kosmos greco, in quanto il mondo è ritenuto espressione di un ordine, ma cieco e tiranno. Lo gnosticismo è una delle rappresentazioni più elaborate di questa crisi. Nella tarda antichità subentra la scissione tra uomo e cosmo, tra cosmo e divinità, tra uomo e divinità. Il cosmo che prima univa ora divide. L’influenza di questa concezione di separazione la si troverà, in una certa misura, nel Neoplatonismo. Ma, poi, sarà questa concezione gnostica che, assieme ad altre concezioni ermetiche, esoteriche, magiche e neoplatoniche ispirerà il pensiero dei Neoplatonici fiorentini del ‘500. Essi, nell’euforia costruttiva di un mondo nuovo che rompe col passato incartapecorito della scolastica, riprendono la concezione dell’uomo che precipita, in immensa solitudine, nel cosmo senza fondersi in esso; è la luce che cade nelle tenebre, l’anima che esplora il corpo e lo vivifica, l’originato che a sua volta origina la capacità propria di ritornare all’originante. In conclusione, l’uomo come motore del cosmo. E motore è solo se separato dal cosmo, l’energia di questo motore è la scoperta della propria separazione dal cosmo e con essa la possibilità di dominio del cosmo stesso. Questa è anche in una misura non così positiva, ma al contrario pessimista, propria dello gnostico. L’uomo gnostico disprezza il cosmo perché questo lo separa dalla sua aspirazione inattuabile di ricongiunzione con la divinità. Il demiurgo maligno, creatore del cosmo, ha precipitato l’uomo nel cosmo. La coscienza della separazione è la sensazione della mancanza del divino, il sentimento di esule che il pneuma, lo spirito interiore di origine divina, marca drammaticamente e disperatamente la condizione umana. L’angoscia è il sentimento che risveglia l’interiorità umana. Quest’angoscia fonda la gnosi, la conoscenza, sola cosa che può liberarlo dai legami cosmologici e fargli riscoprire la sua essenza. La gnosi è lo strumento di battaglia, ciò che aiuta l’uomo a rompere i lacci che lo legano al mondo, a separarlo definitivamente dal cosmo e in definitiva dalla sua stessa natura materiale, dal suo corpo imprigionante l’Io pneumatico, l’essenza spirituale. La gnosi non rappacifica l’uomo col cosmo, ma ne decreta la rottura.

Questa concezione del rapporto dell’essere con il Cosmo e la Divinità rappresenta la visione unitaria dello gnosticismo al di là dell’eterogeneità degli apporti.

Jonas spinge la sua analisi a confrontare questa concezione gnostica con il pensiero moderno, accomunati dalla frattura tra uomo e mondo, dalla svalutazione metafisica, dalla cosmica segregazione umana e in definitiva dal nichilismo etico.

 Hans Jonas osserva che, nel pensiero gnostico, l’uomo, per un suo processo evoluzionistico, emerge dalla natura, viene “gettato fuori dalla natura” ed è rigettato a se stesso. Da un mondo che è suo cade in un mondo che non è suo.

Solo qui, in questo concetto si “potrebbe” riconoscere il simile processo di rinascita, quello massonico del profano che con l’iniziazione viene “gettato fuori” dal mondo profano ed è rigettato a se stesso, svincolandosi da tale mondo, ritrovando se stesso nella propria essenza e così sperimentando quella propria solitudine che già i Platonici fiorentini avevano previsto, ponendo l’uomo al centro dell’universo, come essere distinto dal divino e dalla natura; separato dal divino perché l’uomo non è assumibile in alcuna forma al divino che non  è definibile con categoria umane e naturalistiche e separato dalla natura perché su questa definisce il suo primato e controllo. Tuttavia la somiglianza è apparente in quanto per lo gnostico l’uomo è spiritualmente estraneo al mondo, giacché il pneuma, lo spirito, il sé interiore, non appartiene alla creazione, ma è trascendente quanto la divinità. Pertanto, l’uomo è alienato rispetto ai suoi più profondi bisogni. Al contrario, il Libero Muratore si svincola dai lacci del mondo profano, si astrae con il senso e la logica del mistico, di chi è alla ricerca del senso del sacro, dalle contingenze della religiosità, ricercando le astrazioni della pura spiritualità. In questo gettarsi da un mondo all’altro non c’è la perdita ma al contrario la conquista. Per lo gnostico si va dalla luce alla tenebra, per il Libero Muratore iniziato, dalla tenebra alla luce: è il processo di risalita, di plotiniana memoria. Se nello gnostico questa concezione è prodotta da un pessimismo cosmico, nel pensiero massonico la concezione di rinascita avviene per opera del pensiero massonico libero, cioè antidogmatico. Non c’è capacità critica nello gnostico ma solo disperazione, remissività ad un destino ineluttabile. Il Libero Muratore quando esprime i principi della Libera Muratoria lo fa sempre e comunque con spirito critico, anche rispetto a quegli stessi principi a cui fa riferimento; per questo, nella Libera Muratoria, possiamo parlare di una storicizzazione sincrona con la propria Tradizione. Chi, e forse ci sono massoni che così pensano, crede che gli Antichi Doveri, le Costituzioni ed i Regolamenti siano costruzioni astratte ed asincrone rispetto alle condizioni socioculturali nelle quali questi principi si applicano, questo Libero Muratore opera fuori dalla storia e quindi tradisce uno dei più importanti fondamenti dell’essere Libero Muratore, il cambiare in meglio la società nella quale vive da profano. Si può allora avanzare l’idea che i principi massonici non sono ipostatizzazioni indelebili sulla pagina della storia ma che anch’essi sono suscettibili di riscrittura di pensiero, di interpretazione storicizzata alla luce dello sviluppo e della crescita spirituale e materiale della società umana. Con questo non si vuol dire che l’evoluzione umana ed il progresso socio-culturale sia  un processo unilaterale, ad una sola direzione, anzi, proprio la coscienza massonica dice che sono sempre possibili le regressioni, i tradimenti e le negazioni e ciò induce il Libero Muratore a valutare con spirito critico la realtà in cui vive, sia essa profana che iniziatica. È possibile affermare che lo sviluppo della Libera Muratoria nel corso dei secoli non abbia subito deviazioni, regressioni e tradimenti rispetto alle volontà dei nostri fondatori? Non crediamo proprio.

L’uomo gnostico vive nell’angoscia dell’assenza di un ente che lo “getta fuori” e dell’assenza di un luogo in cui viene gettato. Questa non è certamente la condizione del Libero Muratore. Questa angoscia manca perché il Libero Muratore non si pone in una condizione teologico-metafisica, lui agisce operativamente e spiritualmente in un livello diverso, quello della spiritualità intesa come essenza pura dell’essere umano che viene dall’interno, dal profondo della sua stessa umanità; quindi, non è spiritualità nel senso di coscienza del divino ma estrinsecazione del suo bisogno del sacro, emanazione del suo essere se stesso, del suo in sè. Potremmo azzardare a dire che nel pensiero massonico, l’uomo emana il sé interiore, il pneuma. Ciò, anche vuol dire, che se l’uomo gnostico è indifferente quanto la natura da cui è gettato fuori, il Libero Muratore è, invece, partecipe e significante del mondo profano a cui lo lega la sua tensione spirituale. Questa tensione spirituale è il ponte, la colleganza, tra condizione iniziatica e condizione profana, dove le luci dell’una illuminano l’altra e dove le luci iniziatiche sono tese ad illuminare le ombre del profano. La distinzione, dunque, tra mondo iniziatico e mondo profano è fondata concettualmente sul criterio di qualità di ente, ma cade concettualmente intendendo il cosmo come luogo dove operano tanto la dimensione del sacro quanto quella del profano. In definitiva non c’è distinzione o meglio dualismo antagonistico tra sfera profana e sfera iniziatica perché esiste l’azione del Libero Muratore che collega e perfeziona le due dimensioni.

A differenza di quanti vorrebbero far risalire la Libera Muratoria, tra le tante cose, anche al pensiero gnostico, si deve osservare che la componente fondamentale dello gnosticismo, questa disperazione della condizione umana, che non fa parte né della natura né del divino, non è intrinseca al pensiero e alla condizione iniziatica del Libero Muratore.

Secondo Jonas la disperazione dello gnostico antico si ritrova nella disperazione dell’uomo moderno secondo una diversa modalità, per il primo è il senso di perdita della natura e del divino, per il secondo la perdita del senso metafisico del pensiero moderno, quello della filosofia moderna da Cartesio a Pascal, da Husserl ad Heidegger e quello della dominanza del pensiero tecnico-scientifico sul pensiero metafisico. La Libera Muratoria esprime la possibilità che questa condizione non sia vera e che l’uomo, anche senza cadere nella rete delle aporie metafisiche di concezioni pseudo-religiose ed anti-spiritualistiche, si muove lungo un percorso di coscienza del sacro che esprime con la sua elevazione spirituale. Il Libero Muratore non percepisce, come lo gnostico, il disincanto, prodotto dalla scienza, nei confronti della realtà vissuta, perché di questa ne coglie luci ed ombre e non la considera un tutto omogeneo teso alla distruzione della dimensione spirituale, ma un territorio la cui terra feconda è talora attraversata da fiumi e torrenti appestanti ed inquinati che devono essere purificati.

Il pensiero della Libera Muratoria fin dall’origine, quella delle certezze documentarie, è pensiero lontano dal romanticismo della natura, dall’irrazionalismo della vita, senza sottomettersi al gioco degli abbandoni ingenui verso le fascinazioni del misterico-esoterico.



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