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MASSONERIA SPECULATIVA E CULTURA ILLUMINISTA nell'Europa del secolo XVIII
del Fr. Guglielmo Mondio





Ritengo sia importante, per tutti noi Massoni, conoscere quali furono i meccanismi storici, filosofici, politici e culturali che portarono alla nascita ed alla affermazione di quella che fu chiamata Massoneria Speculativa. Il compito di parlarne non è sicuramente facile anche perché, se si vogliono evitare conclusioni affrettate dovute alle ipotesi spesso gratuite, suggerite da autori troppo “collusi” con l’argomento e quindi caratterizzati da poca o nulla imparzialità, è necessario ricostruire i fatti attingendo alle fonti storiche ufficiali e documentate e non a quelle che richiedono veri e propri atti di fede non possedendo le caratteristiche proprie di una vera ricerca.

 

Senza pretendere che questo mio lavoro rappresenti un rapporto esaustivo dell’argomento, affronteremo in esso un aspetto che forse abbiamo spesso trascurato o sottovalutato, ovvero la relazione tra Cultura Illuminista e la Massoneria nel secolo che di quest’ultima vide gli effettivi natali, il secolo XVIII. Parlo di natali effettivi perché la Massoneria, intesa come movimento culturale europeo di intere classi sociali, e nato sotto la spinta della nuova filosofia illuminista, non può avere precedenti storici a meno di non commettere l’errore di identificarla con uno dei suoi aspetti, quello dell’Esoterismo e dell’Occultismo, l’unico che vantava sicuramente origini antiche affondando le sue radici nelle tradizioni e nei miti del mondo occidentale e che era diffuso tra un ristretto numero di affiliati, anche se poteva essere non privo di fascino ed interesse per molti altri. Gruppi provenienti da esperienze esoteriche confluirono successivamente in misura sempre maggiore nella Massoneria speculativa, creandosi un loro proprio spazio e modificandone l’originaria configurazione culturale. Le tendenze a tale modificazione generarono in Inghilterra aspri contrasti fin dal 1743, tra i Moderns e gli Antients, circa l'interpretazione da dare alla istituzione massonica: fratellanza filosofico-religiosa per alcuni, sodalizio occultistico per altri, associazione per la fraterna assistenza e per l'elevazione morale degli adepti per i più. In ogni caso non fu la componente esoterico-occultistica a determinare il valore sociale e storico del movimento massonico delle origini anche se, indubbiamente, questa contribuì a determinarne una ulteriore diffusione. La Massoneria Speculativa, come fenomeno sociale, va considerata figlia dei tempi in cui nacque e dai quali trasse le caratteristiche principali, differenziandosi localmente solo in base a diverse condizioni culturali, politiche e socio-economiche.

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Se le Costituzioni di Anderson, approvate dalla Gran Loggia del 25 Marzo 1722, miravano a saldare la nuova Massoneria speculativa a quella operativa preesistente che possedeva caratteri e finalità totalmente diversi, ciò poteva essere giustificato soltanto sulla base di una stretta analogia storico-sociale della quale avremo modo di parlare in conclusione della tavola.

Fatta questa introduzione passiamo adesso ai fatti della Storia. Saranno ovviamente solo alcuni flash ma spero certamente illuminanti.

 

La Massoneria speculativa nasce nel secolo XVIII come filiazione naturale di una nuova concezione filosofica dell’essere umano all’interno di quel complesso fenomeno socio-culturale che la storia definisce come Illuminismo.  

Tale nuova concezione filosofica rinunciava alla ricerca tradizionale dei principi primi e dell’essenza delle cose la quale veniva così posta al di là dei limiti della conoscenza umana ed affermava che l’attività intellettuale dell’uomo non doveva consistere nella impossibile e chimerica speculazione su tutto ciò che gli era precluso, quanto piuttosto nel tentativo di riconoscere tutte quelle leggi preposte alla vita del mondo fisico e di quello morale, con un riferimento particolare ai principi di buon governo ed alla libertà di autodeterminazione dei popoli che tanta parte ebbero nel decretare il crollo dei regimi politici basati sull’assolutismo monarchico.

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Già in Inghilterra, dopo il 1690, un enorme successo ebbero i due trattati sul governo civile (Two treatises of Government) scritti da John Locke che rappresentarono una delle prime prese di coscienza delle negative conseguenze politiche e sociali dei sistemi di governo che fino ad allora avevano dominato la storia delle nazioni europee. Famose sono le seguenti sue definizioni delle libertà dell’uomo:

 

La libertà naturale dell’uomo significa il non riconoscere sulla terra alcun potere a lui superiore, non essere soggetto né alla volontà né all’autorità legislativa di alcuno ed il porsi come norma esclusivamente il diritto naturale.

La libertà dell’uomo nella società significa invece essere soggetti solo al potere legislativo, stabilito nello Stato in base ad un accordo generale, e non riconoscere alcun’altra autorità e nessuna legge, tranne quelle che quel potere ha creato secondo il compito ad esso affidato.

Ogni volta che un certo numero di uomini, unitisi per formare una società, rinunciano ognuno per sé, al potere di esercitare il diritto naturale, e demandano questo potere alla comunità, allora e solo allora sorge una società politica o civile”.

 

 

Se le novità introdotte da Locke contribuirono a modificare l’orientamento della politica inglese ed a gettare i primi semi della cosiddetta politica illuminata, contemporaneamente, in Francia, in concomitanza con un periodo di benessere economico, nasce un forte movimento di revisione critica in campo scientifico, letterario ed artistico che pone in discussione i vecchi canoni delle relative discipline ed il loro tipo di approccio metodologico e filosofico. Tale nuovo movimento culturale aveva trovato una naturale concretizzazione in una serie di strutture istituzionalizzate quali le Accademie delle Scienze, delle Arti e delle Lettere che suscitavano interesse ed alimentavano il fervore intellettuale, coinvolgendo tutti gli strati superiori degli abitanti delle città e permettendo, tramite scambi culturali frequentissimi, la diffusione delle idee in tutti i paesi d’Europa. I membri di tali Accademie, quasi tutti patrizi ed esponenti della ricca borghesia, per lo più desiderosi di un titolo accademico, facevano a gara nell’organizzare convegni, pubblici incontri e nello sponsorizzare giovani talenti in tutti i campi di pertinenza delle loro istituzioni. I più importanti dibattiti sollevati intorno agli avvenimenti politici o intorno alle pubblicazioni più diffuse trovavano un’eco immediata nelle province e, di città in città, si propagavano in tutti gli angoli del regno ed al di fuori di esso.

In questa situazione di effervescenza culturale e revisionista che, come abbiamo visto, interessava tanto la politica che la cultura europee, nasce in Inghilterra nel 1717 la Massoneria Speculativa che, facendo propri i principi dell’Illuminismo, si diede anch’essa per obbiettivo la ricostruzione dell’uomo nell’ambito di questa nuova filosofia.

 

Ma a quale tipo di uomo si rivolgeva la Massoneria delle origini? Non certamente ad un uomo di una qualunque classe sociale. Ricordiamo che, in una sua lettera del 1766, Voltaire scriveva ad un amico: non l’uomo della strada, non l’operaio o il contadino deve essere educato ed istruito, ma il buon borghese che è per tutti l’uomo onesto per eccellenza.

E la Muratoria si rivolse infatti ai borghesi anche se non disdegnò di accogliere tra le sue fila quei nobili che le potevano certamente garantire un certo grado di libertà ideologica (leggi immunità politica) e, nel contempo, di autorevolezza. Bisognava inoltre non provocare la Chiesa che si era già vista sottrarre dalle Logge massoniche gran parte della nobiltà, sua tradizionale sostenitrice, e bisognava nel contempo far spazio a coloro i quali le si avvicinavano spinti anche da curiosità per l’esoterismo che prendeva sempre più piede al suo interno. Ed allora la Massoneria europea divenne Cristiana, Elitaria ed Esoterica.

 

Quando le logge massoniche cominciarono a diffondersi anche in Francia, portate dai nobili inglesi che viaggiavano per il continente, esse trovarono il terreno già preparato da tutto quel fervore culturale che permeava ormai l’interesse delle classi più abbienti del paese. Tali logge si diffusero quindi rapidamente ed incontrarono largo favore per almeno due ragioni fondamentali. La prima consisteva nel fatto che esse erano istituzioni chiuse, con un lungo e complicato rituale d’ammissione ed un bagaglio di simboli ispirato al progresso delle conoscenze ed al miglioramento dell’umanità. La seconda, consisteva invece nel fatto che vi veniva praticata la libertà di discussione cosa che attirava e stimolava gli animi. Gli argomenti che vi si dibattevano erano in gran parte ispirati alle norme del civil government, alla logica umana del Cristianesimo e soprattutto alle tematiche dei liberi pensatori. Anche se le Logge massoniche non esercitarono un influsso così intenso e vasto come le Accademie, tuttavia ebbero un’importanza tutt’altro che trascurabile nella diffusione del pensiero critico sul sistema culturale dominante.

I componenti delle prime Logge massoniche in Europa avevano come interesse primario la natura come “naturans” cioè come essenza e principio primo dei propri modi ed attributi. Consideravano l’antiquaria e l’archeologia non come una semplice raccolta di antichità ma come uno studio delle antiche origini e dei motivi più veri e profondi dell’Umanità. Consideravano ancora i problemi linguistici non come attinenti a segni convenzionali ma come attinenti all’organo del pensiero ed alla sua espressione artistica. Avevano in altissima considerazione lo studio delle scienze naturali, dalla biologia all’anatomia, alla chimica, alla fisica, all’astronomia.

 

Questo approccio alla Scienza dell’Uomo e della Natura trovava illustri precursori anche nei pensatori e negli scienziati della fine del secolo precedente, da Isaac Newton a Gottfried Wilhelm von Leibniz, da Thomas Hobbes a René Descartes, da Baruch Spinoza a Robert Boyle, da Christopher Wren a Robert Hooke. Modello per le Accademie illuministe fu infatti la Royal Society inglese, fondata nel 1662, i cui membri, tra cui lo stesso Newton, erano gli esponenti di una generazione per cui l’idea del progresso e l’idea di una società capace di usare la propria ragione, costituivano quasi una fede. La Royal Society, come recitava il suo statuto, mirava ad approfondire la conoscenza della natura ed a migliorare, attraverso esperimenti, le capacità produttive del paese, cercando quindi di dare alle proprie ricerche un carattere applicativo, senza però doversi invischiare con la metafisica considerata una “non scienza” in quanto non giustificabile sulla base di considerazioni razionali e di nessuna pratica utilità.

 

Se tutto questo accadeva in Inghilterra ed in Francia, i due stati in cui l’Illuminismo ebbe natali e pose profonde radici, anche in Italia si ebbe una notevole effervescenza culturale e la nascita di numerosi gruppi di liberi muratori fin dal 1733, anno in cui nacque la prima loggia a Firenze. La diffusione capillare delle nuove idee nella penisola cominciò però con un certo ritardo a causa della fortissima influenza conservatrice della Chiesa Cattolica e dei governi locali che vedevano in tali idee un pericoloso fattore di destabilizzazione sociale ed economica.

Anche in Sicilia c’era stata, ma solo verso il 1760, una intensa attività delle logge massoniche le quali, servendosi di giornali, di accademie e di gruppi di studio favorivano la circolazione delle idee ed il manifestarsi di un pensiero alternativo, riformistico e talvolta anche fortemente democratico. Tali idee furono quelle che portarono al rifiuto di un passato in cui l’irrazionalità aveva dominato sulla ragione, rifiuto che, in campo religioso, favorì il rinsaldarsi del fronte antigesuitico con l’appoggio di ordini quali quello dei Benedettini e dei Francescani e, in campo culturale, il fiorire di circoli scientifici e letterari come era già successo altrove.

L’interesse per la metafisica così come per l’alchimia e le scienze occulte era però molto limitato. In accordo ai principi illuministici, non esisteva una particolare predilezione per questo genere di massoneria, come è provato da uno scritto del messinese Andrea Gallo dal titolo “Delli fratelli della Croce Rosea”. In una sua lettera del 21 giugno 1768, a proposito di metafisica, si legge infatti che quella “pretesa scienza” serve solo a “disputare sopra certe questioni sottili che da tanto tempo si sono agitate e giammai si sono risolute” e si afferma come sia preferibile attenersi al “chiaro, al facile, all’intelligibile, al demostrabile”. Fino alla fine del secolo XVIII, gli intellettuali e tra essi anche i massoni della prima ora combatterono infatti strenuamente tutte le speculazioni di carattere metafisico pensando che l’uomo non avesse bisogno di tali chimere. Come affermava Lessing, il più grande tra gli illuministi tedeschi, è proprio dell’uomo il tendere alla verità ma non la verità stessa, la quale, nella sua assolutezza, appartiene solo a Dio.

 

Potrebbe essere interessante conoscere quale fosse, a quel tempo, il lavoro svolto all’interno delle Accademie e delle Logge massoniche. La risposta può essere dedotta ancora da documenti relativi alla storia messinese della seconda metà del settecento. Nel febbraio del 1755, lo stesso Andrea Gallo fondò a Messina, allora fiorente centro culturale e commerciale, un’Accademia di giovani studiosi con il titolo di “Reparatori” nella quale, due volte la settimana nelle sere di mercoledì e di sabato

 

 recitar doveasi un discorso su le varie materie di letteratura, ed in particolare di fisica, matematica, diritto e medicina, venendo obligato il discorrente a rispondere all’impronta alle difficultà che fatte le venivano dagli astanti. Indi si leggevano e si esaminavano tutte le novità letterarie che ciascuno si procurava dalle accademie forestiere, si replicavano l’esperienze che si accennavano e si comunicavano le riflessioni che ciascuno degl’accademici giornalmente faceva nella lettura de’ libri che aveva per le mani, di modo che lo studio di ogni singolo rendevasi fruttuoso a tutti”.

 

Andrea Gallo, pur non essendo completamente insensibile al fascino dell’esoterismo che probabilmente stimolò la sua entrata in Massoneria, come molti intellettuali siciliani e messinesi, appartenne ad una corrente massonica razionalistica e politicamente avanzata che oggi potremmo definire di sinistra. L’Illuminismo era stato in realtà, al suo primo esordio, sempre alieno da estremismi democratici. Abbiamo già visto la posizione di Voltaire in proposito. Ma quasi sempre le idee sfuggono al controllo di chi le crea cosicché dall’Illuminismo Voltairiano si passò, nel cosiddetto periodo del secondo Illuminismo, alle idee di eguaglianza tipiche della fine del XVIII secolo. Idee manifestate dal Gallo in una lettera del 1765 sulle cause che avevano determinato la carestia dell’anno precedente. Particolarmente significativo è il seguente passo:

 

 I padroni dei fondi frumentari ed i negozianti dei fromenti credono che questo genere debbasi considerare per una mercanzia come tutte le altre, e che in conseguenza per quanto minore è il raccolto, tanto maggiore deve essere il prezzo con cui si debba comprare; e per quanto maggiore è il denaro che ogni proprietario ricava da tale vendita, tanto più ricco sarà divenuto il ceto de’ fondiarj e dei mercadanti: e quindi fondano per massima stabile che bisogna indurre sempre una carestia di fromento, o vera o apparente, al fine di sostenere il caro prezzo a questa derrata di prima necessità ...”.

 

E parlando del monopolio esercitato dai venditori di frumento a Palermo e delle tecniche illecite da questi usate per alzarne in modo esorbitante il prezzo, aggiunge:

 

Il governo intanto, in luogo di abolire o di regolare con alcuna savia legge questa sorte di illeciti e mostruosi contratti, gli ha se non autorizzati, tollerati fin ora col specioso pretesto che i negozianti devono godere di una intiera libertà nelle loro speculazioni, sendo essi lo strumento principale che fa circolare nella repubblica il denaro, che in altro caso anderebbe ad ingurgitarsi nelle mani degli avari inoperosi ...”.

 

Queste poche righe bastano da sole ad evidenziare l’ottica riformatrice della Massoneria del settecento la quale afferma il dover prevalere, nella gestione dei pubblici poteri, le esigenze di tipo etico-sociale e le competenze tecniche che realizzino il fine ultimo di un governo e cioè il benessere del popolo e, in particolare, delle classi meno abbienti.

Tutto questo allora era la vera Massoneria delle origini ed in questo soltanto consiste  il suo vero valore storico e sociale. Quello che ad essa si vuole attribuire di diverso è dovuto a semplice ignoranza o, peggio ancora, ad antistorica  presunzione.

 

 Prima però di concludere, vorrei spendere ancora qualche parola sul legame tra massoni operativi e massoni speculativi cui abbiamo accennato all’inizio della tavola. Se per ambedue le categorie si usa il termine muratoria non dobbiamo dimenticare che quest’ultimo è legato al concetto di costruzione; ma se per gli operativi il costruire aveva un senso esclusivamente materiale, per i secondi aveva invece un significato esclusivamente morale e spirituale. Non ha senso quindi che gli speculativi rivendichino origini che non hanno alcuna base né storica né logica. I muratori operativi furono i membri di quelle corporazioni di maestri artigiani, depositari di un'arte antica, i quali nel Medioevo rappresentarono sicuramente i principali artefici della rinascita economica ed artistica dell'Europa.

Se un legame quindi esiste tra le due muratorie, tale legame può essere riconosciuto solo nel fatto che ambedue furono l’espressione di un grande momento evolutivo nella storia dei popoli europei ed in questo consiste la loro stretta analogia. Se i primi costruirono le imponenti cattedrali, simbolo della spiritualità e della speranza dei popoli in un avvenire migliore, i secondi contribuirono a costruire, sviluppare e diffondere quelle idee che, a tali speranze, diedero finalmente una risposta concreta.  



Bibliografia.

 

 

Robert Mandrou - Ragione e Ragion di Stato (1649 - 1775), I Propilei. Storia d'Europa. Vol. III, Mondatori 1978

 

Eberhard Weis - La vittoria della Borghesia (1776 - 1847), I Propilei. Storia d'Europa. Vol. IV, Mondatori 1980

 

Salvatore Leone - Tra Massoneria ed Illuminismo in Sicilia: Andrea Gallo da Messina

 

Corrado Barbagallo - Riforme e Rivoluzione (1699-1799), Storia Universale - Vol. V - Evo Contemporaneo, UTET - 1940

 

Jacques Godechot - L'epoca delle Rivoluzioni, Storia Universale dei Popoli e delle Civiltà - Vol. XI, UTET - 1969

 

Maria Azzurra Ridolfo - Massoneria e modelli politici dalle Constitutions al decennio inglese di Sicilia (1723 - 1815)



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